La #cartadileuca.1, edizione 2017, dedicata alla fraternità.
Per don Tonino, l’Europa doveva essere una casa in cui Nord e Sud si aiutano, mentre l’attualità vede il cuore geopolitico dell’Europa spostato altrove, relegando il mar Mediterraneo a periferia irrilevante, quando non barriera insormontabile o – peggio – cimitero di speranze. Con scafisti e trafficanti di uomini che fanno affari sulla carne dei migranti in fuga da conflitti e miserie. Questo mare affascinante e tribolato è la regione del mondo dove convivono fin dall’inizio le tre religioni abramitiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam): la Carta di Leuca intende farsi strumento di questo sogno di convivenza, portabandiera di pace e portavoce di ogni possibile fraternità.
TESTO DELLA CARTADILEUCA.1:
“Mediterraneo, un porto di fraternità”
Sulle ali del sogno e della speranza di un futuro per tutti, siamo giunti nel porto della fraternità per incrociare sguardi e cogliere le attese, ma soprattutto per prenderci per mano e – dalla punta del Capo di Leuca – guardare insieme l’orizzonte del Mediterraneo per disegnare e comunicare i segni efficaci di un’umanità riconciliata, che ci consentano di tornare responsabilmente alla nostra quotidianità per tessere trame di fraternità.
Dichiariamo che la fraternità può nascere solo dalla riscoperta dei volti. Partiamo dalla buona notizia che il muro di divisione che era frammezzo è stato abbattuto, una volta per tutte. Per questo oggi possiamo riscoprire i volti che un tempo non vedevamo. Un ponte è stato costruito verso ogni uomo e ogni donna, soprattutto verso gli ultimi e gli esclusi. In ogni volto è custodita una sorgente di bene da scoprire e da valorizzare affinché ogni diversità sia accolta ed incisa sulle nuove tavole della legge dell’amicizia.
Dichiariamo il nostro contributo generoso perché la fraternità nasca in ogni parte del Mediterraneo, per incoraggiare l’impegno di ognuno ad allestire il convivio della solidarietà. Auspichiamo che il mare che oggi è luogo di morte torni ad essere luogo di vita: una tavola apparecchiata, su cui ogni popolo offra i propri beni e i propri progetti, le proprie idee e i propri talenti, per la realizzazione di un mondo più giusto.
Dichiariamo ogni nostro sforzo affinché la fraternità assuma la forma della cooperazione: cooperare affinché terra e lavoro, ricchezza e progresso dischiudano per tutti un nuovo orizzonte di Pace.
Alziamo la nostra voce verso i governanti dei Paesi mediterranei, perché non alzino muri di protezione per chi è diverso, creando divisioni dettate dalla paura, e si costruiscano ponti di solidarietà e di accoglienza, verso una piena integrazione.
Crediamo in un futuro in cui i colli dell’ingiustizia siano spianati e possa essere tracciata la strada di uno sviluppo integrale, orientato alla felicità di ogni persona.
Dichiariamo che la fraternità è frutto della misericordia. Deponiamo ogni logica di opportunismo e di rivendicazione per far nostra la logica del perdonare e del risollevare. Riconosciamo che perdonare è la declinazione esatta del verbo amare e che solo l’amore autentico, concretamente vissuto, è criterio di sviluppo di un umanesimo integrale, universalmente riconosciuto e condiviso.
Per l’insieme di queste motivazioni
CHIEDIAMO
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- – ai potenti della Terra e ad ogni uomo e donna dì buona volontà:che siano creati nuovi e più ampi corridoi umanitari con sostegno alla accoglienza diffusa e all’inclusione sociale;
- – sia posto un termine chiaro al commercio delle armi, scegliendo invece di investire in vomeri per lo sviluppo umano integrale e il diritto a rimanere in pace nelle proprie comunità;
- – di non tarparci le ali, ma di donarci un’ala di riserva per partire dal porto della fraternità e prendere il largo per viaggi inediti, verso un futuro pieno di speranza!
De Finibus,Terrae, XIV august MMXVII